mercoledì 25 novembre 2015

Fin che la Barca va...

(clicca per ingrandire)

Presentiamo quest'oggi un'opera enigmatica di Luis Fuente, pseudonimo artistico del pittore catalano Lluis Cervera Balaguer, esponente di punta del movimento spazialista spagnolo. Uno pseudonimo che riporta immediatamente alla nascita del movimento, poiché non è altro che la traduzione in lingua spagnola del nome del capostipite riconosciuto della corrente a livello europeo: Lucio Fontana.
Come per Fontana, le tele di Fuente, dipinte o meno, portano impresso il segno dei gesti precisi, sicuri dell'artista che, lasciati i pennelli, maneggia lame di rasoio, coltelli e seghe; opere che vanno intese come gesti apertamente provocatori, tesi a scandalizzare il pubblico. Tutto è giocato sulle ombre con cui, specie la luce radente, sottolinea le soluzioni di continuità.
Le opere di Fuente creano imbarazzo, anche per la facilità con cui è possibile riprodurle. Numerosi sono infatti i falsari, ma pochi con un segno altrettanto sicuro e deciso, e qui Luis Fuente (come pure faceva Fontana), per cautelarsi, usa scrivere sul retro di ogni tela frasi insensate, semplice appiglio per una perizia calligrafica.

L'opera in questione lascia veramente attoniti. Vi è la Roma, vi è Roma, i suoi colori, il suo nome, la Lupa, Romolo, Remo, tutti abilmente riprodotti secondo la più moderna sequenza Pannea. Ma Fuente va oltre: sei tagli verticali squarciano la tela, definitivamente, a straziarne la bellezza e ad infrangerne i colori. La mano catalana di Luis sembra quasi interrompere un sogno come "ira funesta" di un moderno Achille... Ma come intendere tutto ciò?

Ancor più enigmatica e insensata appare la frase sul retro della tela:

"Fin che la Barca va..."

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