domenica 15 novembre 2015

Giacomo e Ignazio sulle rive del Tevere

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La magnificenza dell'opera che presentiamo quest'oggi, del sommo artista francese Nicolas Poussin (noto in Italia anche come Niccolò Pussino), è tale che Storia dell' ‪#‎ArteRomanista‬ si è avvalsa direttamente delle parole nel noto critico Maurice Baldeoussonne, tratte dal trattato "Prenez l'art et de mettre de côté" pubblicata in ben dodici lingue, ancor oggi insuperato compendio di conoscenza pittorica pre-ottocentesca.

«"Jacques Ignace et le Tibre" (Giacomo e Ignazio sulle rive del Tevere), più conosciuto come "Angel James and St. Ignatius in Tower Valley", per effetto dell'ubicazione statunitense (Nebo Museum of Boston, Massachusetts) è un paesaggio di rara maestria, caratterizzato altresì, da una complessa simbologia. Trattasi, a tutti gli effetti, di un'opera di "annunciazione" pagana o, se vogliamo: volgare. L'artista raffigura in modo epico una leggenda popolare secondo la quale, l'Angelo Giacomo rivela a Sant'Ignazio, che di lì a poco, sorgerà un tempio lungo un'ansa del Tevere presso la quale stazionano, mostrando a questi i primi schizzi concettuali dell'opera... (omissis).
Ora, ciò che magnifica la prova d'artista, risiede proprio nell'assoluta precisione posta nella risoluzione geografico-toponimastica dell'apparizione, il ché, vale un'esame a se stante. Posti al centro della scena l'angelo Giacomo e il Santo Ignazio, si noti che essi sovrastano la sponda sinistra del fiume Tevere, osservando il corso d'acqua in direzione del Mare Tirreno, il cui bagliore si nota appena all'orizzonte... (omissis).
Centralmente, subito al di sotto del Colle Portuensis, si notino le vestigia di un insediamento: il "suburbio" Portuense, o Maglianus Antiquis; antico sobborgo, noto per essere stato popolato in antichità, da reietti e malfattori, per lungo tempo al soldo del noto brigante "Libanensis"... (omissis).
Ancor più stupefacente è l'impianto scenico raffigurato attorno ai due protagonisti. I resti dell'edifiico sui quali si adagia il Santo Ignazio risultano essere quelli del "Dulcibus Aquis" o "Officina delle acque sanate", primo esempio di apparato per la depurazione delle acque a cielo aperto di età Romana, con annesse terme, foresterie e persino un galoppatoio destinato a giochi plebei, un complesso di notevole interesse storico... (omissis).
C'è anche chi intravede (ma qui ci avvaliamo del beneficio del dubbio) nel piccolo manufatto posto sopra l'ara marmorea, in basso a destra nella raffigurazione, un modello lapideo del futuro tempio, oggetto dell'annunciazione... (omissis).
Tutti elementi che, secondo il noto cartografo statunitense Meis (Windsor), concorrono all'esatta identificazione del luogo raffigurato, ovvero, la Tower Valley, conosciuta attualmente come: Tordivalle.»

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