venerdì 13 novembre 2015

La trasferta di Nino

(clicca per ingrandire)

La tematica del viaggio nella pittura è un capitolo affascinante che si perde nella notte dei tempi, Gerome, Gauguin, Turner, Rothko... centinaia di artisti, più o meno noti, ci hanno offerto capolavori di inestimabile bellezza.
Questo dell'artista francese Etienne Billet rappresenta senza alcun dubbio uno dei tentativi più riusciti e significativi, e non poteva sfuggire all'attenzione di Storia dell'Arte Romanista‬.
Un momento solenne, sospeso nel tempo; qui l'eternità de...l panorama desertico è posto come sfondo della vicenda umana e terrena. L'etereo e il tangibile divengono inscindibili, si fanno rivelazione.
L'opera, olio su tela di media dimensione, offre cromatismi sorprendenti, le ocre, e le terre in genere, sono sapientemente miscelate. Raggi di luce di un probabile tramonto desertico creano ombre lunghe, l'incombente tempesta di sabbia è lì, sullo sfondo, ma i suoi effetti già velano l'atmosfera. Un divenire cromatico magistralmente risolto.
E la vicenda umana non è inferiore alle attese.
La scena narra la trasferta di Nayif Ahmad Muhammad Abdullah (per gli amici: Nino), iscritto al Roma Club Cacciatori di Asyūṭ, Egitto
(conosciuta in epoca greco-romana come Licopoli "città dei lupi"), scortato dal suo fidato assistente di caccia Amin, mentre incontra un fratello in fede tra le dune desertiche.
Il gesto è eloquente, domanda è risposta che non necessiterebbero di trascrizione... ma in questa rubrica, è un compito che assolviamo con piacere e trasporto.

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